Tbilisi (თბილისი)
Non
mi è affatto facile descrivere Tbilisi, la capitale della Georgia.
Ci ho provato con qualche pensiero nel post precedente, ma mi rendo
conto di non trovare le parole per raccontarvi ciò che si vive in
questa città. Innanzitutto devo ammettere che in tutti i quartieri
in cui siamo stati (come del resto in tutto il Paese) non abbiamo mai
avuto la sensazione di trovarci in posti pericolosi, in pericolo, di
essere circondati da “brutta gente”. Abbiamo attraversato
quartieri umili, dove le case di legno, mattoni e lamiere stanno su
per chissà quale legge fisica, ma dove i bambini giocano tranquilli
nei cortili e il turista disperso è guardato con curiosità e non
disprezzo. Senz’altro la povertà esiste, ma non si incontrano
disperati in ogni strada, al massimo anziani che mendicano o che si
offrono di vendere qualche candela, un santino, dei semi di girasole.
E in realtà faceva molta tenerezza e tristezza vedere che chi stava
peggio erano anziani che, probabilmente, dopo la caduta dell’Unione
Sovietica, si sono trovati in un improvvisato sistema di welfare che
ha penalizzato proprio loro.
Le
contraddizioni e i paradossi sono dietro ogni angolo: ad esempio il
sontuoso ed enorme Palazzo Presidenziale e la nuova gigantesca
cattedrale di Tsminda Sameba sono circondati da case molto umili e
sgangherate. Moderne strutture, praticamente tutte progettate da
architetti italiani, si incastrano in mezzo a quartieri piuttosto
antichi.
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Tbilisi dall'alto |
A
Tbilisi abbiamo dedicato un paio di giorni. Con oltre un milione di
abitanti, è nettamente la città più grande della Georgia. Situata
alla base e parzialmente sulle pendici di alte colline, dalle quali
la vista è superba, viene attraversata dal fiume Mtkvari, che scorre
proprio al centro, dividendo di fatto in due la città. Come dicevo,
i quartieri sono molto diversi tra loro anzi, all’interno dello
stesso quartiere si possono apprezzare differenze di palazzina in
palazzina. La guesthouse che abbiamo prenotato si trova nel quartiere
universitario, pieno di negozi di abbigliamento ed elettronica, in
una zona residenziale. Praticamente impossibile individuare la porta
d’ingresso, per fortuna una vicina di casa della proprietaria,
vedendoci persi sul viale, ci ha accompagnati a destinazione. I georgiani hanno un formidabile sesto senso. Una
guesthouse veramente enorme, bella e curata, a 50 metri dalla
stazione della metropolitana. In 15 minuti e con una 15 di
centesimi di euro eravamo in centro.
Rustavelis
Gamziri,
già percorsa qualche sera prima, è la via principale e più curata
della città. Contornata da edifici ottocenteschi, si tratta della
zona “fashion”. In realtà, lasciato il viale di poche decine di
metri, abbiamo trovato un ristorantino frequentato esclusivamente da
georgiani, alla buona ma particolare, dove abbiamo mangiato dei
khinkali favolosi…naturalmente spendendo pochissimi Lari. Sul soffitto c'era un tavolo appeso all'ingiù, probabilmente per far a sentire a proprio agio i clienti dopo la sesta birra (0,5 l a circa 0,70 euro).
La
Città Vecchia
è la parte che più mi è piaciuta. Dal fiume si inerpica fin su una
collina e, a parte la parte bassa invasa di ristorantini
iperturistici, qui si trova la Tbilisi veramente georgiana. Siamo
saliti da scalette in mezzo a case tradizionali (un
po’ vecchiotte e
sgangherate)
e chiese bellissime, fino alla gigantesca Kartlis
Deda,
statua della “Madre Georgia”, un punto panoramico incantevole: da
qui si può ammirare tutta la città. Seguendo la cresta della
montagnola abbiamo raggiunto la Fortezza
di Narikala.
Di notte, vista da sotto, questo castello arroccato sopra la città
sembra enorme, in realtà di Narikala sono rimasti ruderi restaurati
delle mura perimetrali e una chiesa all’interno. Non esistono
barriere di sicurezza e ci si può arrampicare su per le rocce fin
sopra il precipizio per farsi un bel selfie in cima alle mura.
Naturalmente famigliole di russi non si facevano perdere l’occasione
arrampicando con un bebè in un braccio e il passeggino nell’altro.
I russi crescono forti, robusti e senza paura.
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La pericolosa fortezza di Narikala |
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Madre Georgia sorveglia la città |
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Da lontano al tramonto Madre Georgia diventa Padre Georgia... |
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Nei pressi di Abanotubani |
Proprio
sotto il precipizio della fortezza, Tbilisi cambia nuovamente
aspetto. Le casette tradizionali sono ben tenute, si affacciano su
una gola nella quale scorre un bel ruscello che forma una cascatella.
Dall’altro lato ci sono le terme (Abanotubani),
in edifici seminterrati molto particolari, nelle quali si possono
apprezzare i benefici delle acque sulfuree di Tbilisi.
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Tbilisi Vecchia |
Il
nostro giro è proseguito in senso antiorario. Sul ponte
di Metekhi
ci eravamo passati già qualche sera prima (vedi video a fine post): un punto perfetto per
godere dei colori e dei rumori di Tbilisi by night! Accanto al ponte
sorge la bellissima basilica di Metekhi, a strapiombo sul fiume, e
Europis moedani (Piazza Europa), al centro della quale sventolano grandi bandiere blustellate. La Georgia si sente molto europea:
abbiamo incontrato molte più bandiere dell’UE lì che non quelle
che si vedono sventolare in Italia. Ogni edificio pubblico inoltre
pone la bandiera europea accanto a quella georgiana. Ovviamente
per l’Europa si tratta un partner strategico, un avamposto
“occidentale” con un piede nel mondo asiatico.
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Piazza Europa |
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Metekhi |
La
zona oltre il fiume si chiama Avlabari.
Come ho scritto prima, in questo quartiere molto umile svetta la
gigantesca cattedrale di Tsminda
Sameba,
una nuova chiesa all’interno della quale si sta ancora lavorando
agli affreschi. Qui tutto è molto curato. Poco lontano il Palazzo
Presidenziale e, più in basso lungo il fiume, c’è un parco che
farebbe invidia a una qualsiasi città europea: il
parco
di Rike
è cosparso di fiori, aiuole, fontane, c’è la stazione di partenza
della cabinovia che porta sulla collina, è in costruzione un
avveniristico auditorium progettato da Massimiliano Fuksas. Inoltre
un ponte di ferro e vetro progettato da Michele de Lucchi, Mshvidobis
Khidi (Ponte della Pace), riattraversa il fiume. Sembra che i
residenti lo chiamino “l’assorbente” a causa della sua forma.
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Tsminda Sameba |
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Tsminda Sameba |
Abbiamo
concluso il giro passando in un’altra parte della Città Vecchia
per raggiungere Tavisuplebis
moedani,
Piazza della Libertà, dove abbiamo potuto riprendere la metro. Anche
questa zona mi ha colpito molto: girando a caso tra le viuzze abbiamo
visto un altro spicchio della Tbilisi georgiana, senza ombra di un
turista, a parte per la via della Torre dell’Orologio, sede di un
teatro delle marionette, caratteristica e giustamente calamita per
turisti.
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Torre dell'orologio |
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Piazza della Libertà |
La
nostra visita di Tbilisi si è conclusa con un giro a uno dei grandi
mercati della città. Un’infinità
di bancarelle in una festa di rumori, colori e profumi! Le bancarelle
più colorate sono quelle della frutta (e sono decine e decine!),
quelle dei legumi e quelle delle spezie. A Cristina veniva una gran
voglia di acquistare un sacco di spezie, l’unico problema era
capire di che si trattasse! Ovviamente tutto è scritto in georgiano
e nessuno sa una parola di inglese. D’altro canto in questo mercato
di turisti non se ne vedono. Cristina è riuscita ad individuare
almeno la curcuma, impossibile resistere! Un ottimo souvenir!
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Al mercato |
Per
finire, perché questo resoconto di Tbilisi, mi rendo conto, è stato
un po' lungo, racconto brevemente le
ultime
piacevoli
esperienze
nella
capitale:
pranzo
e cena!
La
guida della Lonely Planet sotto questo
aspetto
è stata eccezionale nei suggerimenti. A pranzo ci siamo pappati uno
dei piatti tipici georgiani, il khachapuri, una enorme focaccia ipergrassa e ipercalorica, nella variante “acharuli”, ovvero ripiena di abbondante
formaggio, un panetto di burro e un uovo appena scottato. Una botta
di vita! La cena invece non è stata abbondantissima ma deliziosa, e
soprattutto in un posto molto caratteristico! Quasi impossibile
capire dove si trova, l’insegna è un cartello di
legno scritto col pennello solo in georgiano, il locale è uno
scantinato che dire “alla buona” non rende l’idea! L'idea di lavarsi le mani nel bagno non è stata particolarmente sana, vista la crescita di funghi sull'asciugamano a disposizione, ma la flora batterica georgiana è sempre stata abbastanza benevola nei confronti dei nostri intestini. Probabilmente si è sparsa la voce di quanto è bello questo
posticino, visto che metà osteria (tre tavolini) era occupata da
turisti, noi compresi. Come al solito mangiato benissimo spendendo
pochissimo.
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Enormi khachapuri |
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L'entrata dell'osteria Racha |
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Lonely Planet ci ha consentito di mangiare, Tutto buonissimo! |
Dalla
città alle montagne. Il giorno seguente la nostra meta sarebbe stata
Kazbegi, località di montagna al confine con la Cecenia. Ve ne parlo nel prossimo post!
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