Weekend all'Isola di Capraia

Per poter affrontare un viaggio, breve o lungo che sia, servono almeno due cose fondamentali: il tempo e il denaro. Tuttavia non ho dubbi su quale dei due sia il più difficile da reperire. Se si possono fare dei bei viaggetti con grandi scoperte anche con un budget molto ridotto, senza un po' di tempo a disposizione è impossibile pensare di partire. Ma quanto tempo ci vuole? Ovviamente dipende. L'importante è non farsi spaventare quando il nostro tempo a disposizione si limita a un weekend, bisogna fare lo zaino e partire! In fondo chi ama viaggiare, scoprire, vivere esperienze nuove è assuefatto dalla partenza e non può farne a meno per molto tempo.
Poi ci vuole la buona occasione. Non mi riferisco solo all'accezione economica del termine, un'occasione può essere una ricorrenza, un avvenimento più o meno importante, un'amicizia, un amore, un lungo periodo senza poter lavorare. In questo caso si è trattato semplicemente del mio compleanno, un meraviglioso regalo e una splendida compagnia.

La destinazione è l'Isola di Capraia.
Per raggiungere l'isola è disponibile un solo traghetto da Livorno al giorno, tranne l'estate, quando un paio di giorni alla settimana ci sono ben due viaggi. Sempre che il mare non sia troppo mosso per partire! Infatti abbiamo scoperto che il giorno precedente le condizioni del mare hanno impedito al traghetto di collegare l'isola alla terraferma. La navigazione è stata comunque un po' movimentata e, da buon montanaro, sono dovuto rimanere sdraiato tutto il viaggio, vedendo un santo ad ogni onda. 
Come sempre ci eravamo documentati poco sulla destinazione, ma abbastanza da sapere che l'auto, a Capraia, è totalmente inutile: esiste un solo centro abitato e una rete stradale di circa un chilometro. Eppure i vacanzieri che scelgono di imbarcare il SUV non sembravano rari. A proposito, se vi venisse il dubbio di non riuscire a percorrere gli 800 metri di strada che separano il nucleo del porto dal paese vero e proprio, sappiate che è presente un piccolo autobus che fa avanti e indietro ogni 10 minuti dalle 8 del mattino a mezzanotte, al costo di 1€ a persona più 0,50€ per ogni bagaglio ingombrante. Il porticciolo è molto carino, le piccole casette colorate nel golfo sono da cartolina. Anche il paese è ben tenuto, abbarbicato su una scogliera, sovrastato da una fortezza e affacciato sul golfo quasi a controllare chi arriva nel porto. 
Abbiamo soggiornato in una stanza nel cuore del paese, a pochi metri dalla piazza dove c'è la chiesa principale. 
Vista dalla finestra della stanza

Quasi la totalità del territorio dell'isola, di origine vulcanica, è compresa nel territorio del bellissimo Parco Nazionale dell'Arcipelago Toscano e in una porzione ad ovest vige un livello di tutela integrale. La bellezza naturalistica di quest'isola non è caratterizzata solamente da un mare limpido e ricchissimo, ma soprattutto dalla presenza di un entroterra selvaggio e adornato di preziose specie endemiche. La millenaria presenza dell'uomo si nasconde quasi totalmente sotto la gariga (vegetazione a cavallo tra la steppa e la macchia mediterranea) con elicriso, cisto marino, mirto, lentisco, rosmarino, oleandro ed euforbia. Per più di un secolo l'isola ha "ospitato" una colonia penale agricola, chiusa nel 1986, portando come conseguenza il rapido abbandono dell'isola da parte degli abitanti, soprattutto più giovani: ora sono circa un centinaio i capraiesi che resistono in questo luogo bello quanto aspro e isolato. Alcune nuove aziende agricole sono riuscite a recuperare parzialmente strutture un tempo utilizzate dalla colonia penale, come edifici, terrazzamenti, ovili, producendo modiche quantità di prodotti di grandissimo valore e rappresentando degli importanti presidi sul territorio.  Nonostante ciò in paese i cartelli con scritto "Vendesi" abbondano e testimoniano lo spopolamento, contrastato solo dal turismo per i pochi mesi estivi.

Il primo giorno, una volta sistemati nella bella camera affittata, abbiamo deciso di approfittare del tempo coperto per camminare un po'. Una semplice cartina del Parco ma soprattutto un fedele OpenCycleMap ci hanno consentito di fare un bel trekking nel cuore della colonia penale. Il nostro obiettivo era quello di raggiungere il punto più a nord dell'isola, Punta della Teglia. Per raggiungerla siamo scesi alla chiesetta nei pressi del porticciolo e dell'unico campeggio e abbiamo imboccato l'ampia strada forestale che sale all'ex colonia penale agricola. Gli edifici ottocenteschi che ospitavano carcerati, guardiani, magazzini, caseifici e stalle sono ormai invasi dalla vegetazione creando un'atmosfera surreale, su un terreno arido ma dal quale ancora crescono viti ed altri prodotti coltivati dalle piccole aziende agricole che, in alcuni casi, hanno recuperato il recuperabile. Salendo il panorama era eccezionale nonostante le nuvole e nel mare tutte le sfumature di blu si rincorrevano tra le insenature. Da un agriturismo si è passati da strada sterrata a mulattiera invasa dalla vegetazione. Non è stato sempre facile, anche nei giorni successivi, individuare bene il sentiero, soprattutto in presenza di bivi, visto che la segnaletica lascia un po' a desiderare. Per fortuna, fa selezione! Un po' a saliscendi, a tratti a picco sulla scogliera accompagnati dagli striduli versi dei gabbiani, abbiamo raggiunto il punto più a nord dell'isola. Nel ritorno ci siamo concessi una piccola deviazione per passare dal vecchio ovile della colonia, di nuovo utilizzato, e da dei vigneti disposti su grandiosi muri a secco. 
Punta della Teglia
La sera andare a cena può essere al tempo stesso una grande sofferenza e una grande goduria. In tutta Capraia ci saranno una dozzina di ristoranti alcuni dei quali molto piccoli. In generale i prezzi sono molto alti, così com'è alta la qualità. Difficile rimanere delusi e per fortuna, visto che per un menù fisso di pescato locale è difficile scendere sotto i 30€ a testa, ma ne vale la pena. Siamo riusciti a risparmiare un po' la seconda sera al ristorante del campeggio, dove una soluzione self service riesce a far abbassare un po' i costi di una cena comunque ben cucinata.
Cala del Ceppo
A Capraia non esistono spiagge. I circa tremila turisti che l'isola può accogliere in altissima stagione si devono dividere tra meno di una decina di microscopiche calette rocciose, gli unici accessi quasi comodi al mare, raggiungibili nella maggior parte dei casi dopo un discreto cammino su sentieri tortuosi. Il secondo giorno abbiamo quindi deciso di combinare un bel trekking e un bel bagno recandoci a Cala del Ceppo, distante circa un'ora e mezza di cammino. Il percorso per raggiungere questa insenatura è molto piacevole, saliscendi si alternano a tratti pianeggianti dove splendide vigne danno meno la sensazione di selvaggio. E' un percorso da non affrontare nelle ore più calde, visto che i tratti protetti dal sole sono solo alcune decine di metri sotto a qualche raro pino o leccio. La cala è molto bella, formata da pietre e tronchi smussati dall'azione dell'acqua. Se si è fortunati come noi si può trovare qualche roccia liscia dove addirittura sdraiarsi. Se non temete di arrampicare un po', sulla destra ci sono alcune terrazze piatte, ottime per prendere il sole e protette dal vento, con l'unica pecca che nel pomeriggio si trovano presto in ombra. Nelle acque dei Cala del Ceppo lo snorkeling è quasi d'obbligo! Numerosi sono i pesci che si avvicinano e bellissimo è osservare il fondale un po' pietroso, un po' sabbioso, un po' caratterizzato dalla posidonia.
Cala del Ceppo
La Piana - vigne nel selvaggio cuore dell'isola
Il pomeriggio abbiamo approfittato della visita guidata al paese, gratuita, organizzata in collaborazione col Parco. La guida Mariella, simpatica e molto brava, ci ha raccontato con passione la storia dell'isola partendo dagli edifici, dalla fortezza, dagli scorci di Capraia. L'entusiasmo con cui ci ha accompagnati alla scoperta del paesello ci ha convinti a partecipare a una sua escursione anche l'indomani. Questa volta le tematiche affrontate erano più legate all'ambiente e al rapporto nella storia tra i capraiesi e la natura dell'isola. Percorrendo il sentiero del Reganico, la guida ci ha parlato degli endemismi, delle trasformazioni causate dall'azione dell'uomo, delle particolarità naturali e storiche di Capraia. 
Torre a Capraia. All'interno una sala espositiva.


Forte S. Giorgio sovrasta il paese

L'escursione, di circa 2 ore, si è conclusa a Cala dello Zurletto, una stupenda insenatura nel mare limpido, dove tutti, guida compresa, ci siamo concessi un po' di snorkeling. Vi consiglio vivamente di recarvi all'ufficio informazioni in centro al paese per visualizzare il ricchissimo programma di escursioni e passeggiate, tutte gratuite, curate dalla guida parco Mariella!
Lo Zurletto

La gariga nell'entroterra dell'isola
Il pomeriggio abbiamo deciso di approfittare dello splendido mare per un ultimo bagno prima di ripartire col traghetto. Nei pressi di Punta della Fica, che è tutto un programma, poco distante dal paese, scende un sentiero a scalini piuttosto tortuoso. Con grande sorpresa in 5 minuti abbiamo raggiunto degli scogli piatti e lisci a pelo d'acqua, ai piedi di un'antica torre di difesa. Il sole stava già nascondendosi dietro la scogliera, ma questo non mi ha impedito di tuffarmi nel blu circondato da enormi orate. Qui l'acqua è subito piuttosto profonda, se non sapete nuotare portatevi i braccioli! 
Torretta del Bagno

Il weekend, intenso ma rilassante si è concluso con una splendida vista dell'isola man mano che il traghetto si allontanava. In tre giorni e mezzo siamo riusciti a concederci un piccolo viaggio dalle mille emozioni. Come sempre, per qualsiasi informazione o commento non esitate a contattarmi!


Chiesa di San Nicola





Ciao Capraia!

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